Vittorio Corcos (Livorno 1859-Firenze 1933)

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La fama di Vittorio Corcos (Livorno 1859-Firenze 1933) è legata in special modo al dipinto Sogni esposto alla Festa dell’Arte e dei Fiori, la mostra internazionale inaugurata a Firenze nel 1896 dove il quadro aveva destato un “chiasso indiavolato” per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere della protagonista.
Nato a Livorno e iscritto da giovane all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Corcos sceglie Napoli come meta alternativa alla sua formazione toscana incontrandovi, fra il 1878 e il 1879, Domenico Morelli che lo convinse ad andare a Parigi dove l’artista si legherà al mercante Goupil e inaugurerà la sua vena brillante e mondana in linea con le aspirazioni dei francesi a celebrare ogni aspetto della vita moderna. Corcos presenta suoi quadri ai Salons; si applica alla pittura en plein air in piccoli e preziosi paesaggi; non manca di partecipare alle serate del salotto De Nittis, artista dal quale ricava la grazia dei ritratti femminili che faranno la fortuna internazionale di Corcos quale inimitabile “peintre des jolies femmes” ricercato dal bel mondo di fine secolo e dei primi trent’anni del Novecento.
Nel 1887, dopo essersi convertito dalla religione ebraica a quella cattolica, sposa Emma Ciabatti vedova Rotigliano e si stabilisce definitivamente a Firenze, che abbandonerà solo per occasionali viaggi di lavoro a Londra e a Parigi. Nel clima dell’Italia umbertina, i soggetti affrontati da Corcos riflettono, grazie alla loro coinvolgente narrazione, le suggestioni letterarie del naturalismo e del simbolismo d’oltralpe; mentre le frequentazioni intellettuali della moglie introdurranno l’artista nel cenacolo del ‘Marzocco’. Non mancano tuttavia al catalogo di Corcos i quadri ispirati alla vita dei campi, declinati nello stile che includeva scene di vita rustica, gioiose o malinconiche, ambientate in scenari naturali di grande respiro anch’essi studiati sui modelli francesi di Millet e di Breton egualmente amati, in Toscana, dagli amici pittori Cannicci, Gioli, Tommasi, Cecconi, Signorini.
Oltre che autore di un celebre ritratto di Carducci, assiduo frequentatore del salotto letterario di famiglia, Corcos fu autore di altri ritratti ufficiali retrospettivi (Giuseppe Garibaldi), di intense istantanee di personaggi contemporanei (Mascagni, Yorik, Lega, Puccini), di eleganti icone del suo tempo (Lina Cavalieri) ma fu anche chiamato ad incarichi assai prestigiosi, come quelli relativi ai ritratti dell’imperatore Guglielmo II (1904) e della regina Margherita (1922). Si può ricordare, in margine a quella fortunata attività, ciò che dichiarava lo stesso Corcos a proposito del suo metodo rappresentativo: “In un ritratto quello che conta sono gli occhi; se quelli riescono come voglio, con l’espressione giusta, il resto viene da sé”.
Nel 1913 Corcos donerà il suo autoritratto alla Galleria degli Uffizi .